Numero 1/2002



acceleration
Impackt: Prima e Dopo
Stefano Lavorini

user instructions
Il Packaging Pensante
Sonia Pedrazzini, Marco
Senaldi

shopping bag
Pack is Not Dead
Maria Gallo

container
Viaggio al Mercato

Franco La Cecla

tools
Il Nulla sotto forma
di Qualcosa

Marco Senaldi

identi-kit
Antoni Muntadas:
il Packaging come Medium

Marco Senaldi

shopping bag
L’invisibile Involucro
Sonia Pedrazzini

identi-kit
Dana Wyse’s Toys
Dana Wyse

warning!
Ontologia di un Bidone
della Spazzatura

Antonio Caronia

tools
A scuola di Packaging:
Istituto Europeo di Design

portfolio
Photo
Erica Ghisalberti

psychopackaging
Objet petit a
Antonio Piotti

identi-kit
Droog: Contenuti e
Contenitori del Design

Oscar Van Ogtrop

warning!
Pack-Man
Marco Senaldi

warning
Contenitori Liquidi

tools
Per Aprire Schiantare
con Rabbia

Tiziano Scarpa

shopping bag
Prada: il Grado Zero
del Packaging


identi-kit
Imbottigliature
Sonia Pedrazzini

tools
La Merce Invenduta Piange
Aldo Nove

tools
Pelle di Pellicola
Gianni Canova

book box

... e ancora
Cigarette Papers
Be Somebody
Idea
Odeur
Fuggevole Turchese
Linea Debord




 
guida turistica attraverso
i panorami reali e mentali
del packaging
tourist guide to the real
and spiritual landscapes
of packaging


user instructions



Il Packaging Pensante

• Ormai a pieno titolo il packaging fa parte della nostra vita. Da semplice imballaggio funzionale, che serviva a contenere il prodotto, il packaging è divenuto il modo attraverso cui entriamo in relazione con le merci e con cui le merci si relazionano a noi.

• Il packaging si è trasformato in un sistema di segni che riveste la merce e la configura, al punto tale che molte “cose” (dal software allo shampoo, dalla crema per calzature alle sigarette) non sarebbero più le stesse se non avessero “quella confezione”. Ma il packaging definisce anche il nostro modo di fare esperienza; è una vera e propria interfaccia conoscitiva, un mass-medium tramite cui non solo assumiamo delle informazioni, ma con cui ci formiamo un gusto, esprimiamo un giudizio, costruiamo un immaginario. Per tutti questi motivi, il packaging costituisce uno degli elementi che scandiscono il “folklore” dell’uomo postindustriale e va considerato come una forma di cultura.

• Non è un caso che gli artisti contemporanei siano interessati al packaging come a una delle forme della cultura popolare, attratti dalla sua grafica, dalla sua massiccia diffusione, dalla sua forza persuasiva. E non è nemmeno casuale il fatto che oggi il packaging, pur dominando saldamente gli scaffali dell’ipermercato, si sia anche trasferito in ambiti mediali diversi come i videoclip (I Blur hanno fatto diventare protagonista di un loro filmato musicale il tetrapak del latte), le riviste di tendenza (Wallpaper), la narrativa (si pensi, tra gli altri, ai romanzi Shopping in inglese: Shopaholic di Sophie Kinsella ) e stia assumendo sempre più il valore di metafora in campagne pubblicitarie nelle quali servizi tecnologici, finanziari o assicurativi sono presentati in sembianze di “articoli” confezionati (come la campagna estiva Omnitel in cui una bottiglia, di fatto inesistente, serve a pubblicizzare la summer card)

• IMPACKT è una sorta di “guida turistica” attraverso i panorami reali e mentali del packaging ma è anche l’ambizione di descrivere una vera e propria packaging culture secondo un taglio obliquo che incroci differenti saperi (teorici, letterari, artistici, antropologici…) attorno a un tema centrale, diverso per ogni numero, sull’imballaggio e sui suoi molteplici significati.

• Questo primo numero raccoglie testimonianze diverse e casi emblematici, come quelli di Lush o di Prada Beauty, su come il packaging non ridefinisce più se stesso a partire dalle proprie forme ma a partire dalle idee, dai concetti, dalla filosofia soggiacente. Una vera e propria rivoluzione culturale in cui il packaging assume il ruolo di oggetto pensato ma anche pensante. Il packaging come intelligenza che si muove, ormai indisturbata, a tutti i livelli dell’esistenza, sia pratica che teorica ed emotiva.



Thinking Packaging

• Packaging has now become an intrinsic part of our lives. From being a simple, functional way to contain the product, packaging has now become a means whereby we come into contact with the goods and the goods can communicate with us.

• Packaging has turned into a system of signals that clothe the goods and configure them to the point that many “things” (from software to shampoo, from shoe polish to cigarettes) wouldn’t be the same if they didn’t have “that pack”. But packaging also defines our way of gaining experience; it’s a real form of cognitive interface, a mass-medium letting us not only absorb information, but also form tastes, express an opinion and build up an image. For all these reasons, packaging is one of the elements that make up the “folklore” of post-industrial man and should be considered as a form of culture.

• It’s no coincidence that contemporary artists are interested in packaging as forms of popular culture, attracted by their graphics, mass diffusion and force of persuasion. Neither is it by mere chance that packaging today, although clearly dominating the hypermarket shelves, has also been transferred to different forms of the media, such as video clips (the group Blur has used the milk Tetrapak carton as a star for one its videos), trend-setting magazines (Wallpaper) and fiction (just think of the novel Shopaholic by Sophie Kinsella, for instance). Meanwhile, the value of metaphor in advertising campaigns is gaining ever greater importance, where technological, financial or insurance services are presented in the form of packaged “products” (such as Omnitel’s summer campaign in Italy, where a non-existent bottle advertises the summer card)

• IMPACKT is a sort of “tourist guide” to the real and mental panoramas of packaging, but it’s also an attempt to describe a true packaging culture, from an oblique point of view, cutting across different areas of expertise (theoretical, literary, artistic, anthropological…), but based around a central theme - a new one for each issue - of packaging and its many meanings.

• This first issue collects several different testimonials and typical cases, such as those of Lush and Prada Beauty, showing how packaging no longer redefines itself starting with its shape, but rather from the ideas, concepts and underlying philosophy. A real cultural revolution where packaging takes on the role of a though-out object, and a thinking one too. Packaging as an intelligence that moves, now undisturbed, across all levels of existence: practical, theoretical and emotional.








acceleration
Impackt: Before and After
Stefano Lavorini

user instructions
The Thinking Packaging
Sonia Pedrazzini, Marco Senaldi

shopping bag
Pack is Not Dead
Maria Gallo

container
A Trip to Market
Franco La Cecla

tools
X-Fresh. Nothing under
the Shape of Nothing

Marco Senaldi

identi-kit
Antoni Muntadas:
Packaging as a Medium

Marco Senaldi

shopping bag
The Invisible Wrapping
Sonia Pedrazzini

identi-kit
Dana Wyse’s Toys
Dana Wyse

warning!
Ontology of a Dustbin
Antonio Caronia

tools
School of packaging
Istituto Europeo di Design


portfolio
Photo
Erica Ghisalberti

psychopackaging
Objet petit a
Antonio Piotti

identi-kit
Purpose and Purport
Oscar Van Ogtrop

warning!
Pack-Man
Marco Senaldi

warning
Liquid Containers

tools
Smash in Anger to Open
Tiziano Scarpa

shopping bag
The Zero Degree
of Packaging


identi-kit
Bottling
Sonia Pedrazzini

tools
The Unsold Goods Cry
Aldo Nove

tools
Skin of Film
Gianni Canova

book box

... and more
Cigarette Papers
Be Somebody
Idea
Odeur
Fuggevole Turchese
Linea Debord