Vedere. Toccare. Sentire

Un percorso multisensoriale alla scoperta di prodotti unici: Luxoro apre un proprio spazio espositivo presso Paper&People, il più grande showroom europeo specializzato in carte grafiche.

“See. Touch. Feel.” sono parole che evocano un’esperienza fisica ed emotiva al tempo stesso. E proprio a questo sentire si è appellata Luxoro nell’adottarle come payoff di una campagna promozionale, sfociata nella nuova iniziativa che la vede protagonista – dal 15 giugno scorso fino a fine anno – presso lo showroom milanese Paper&People: quello che è diventato un punto di riferimento per i professionisti del design e della comunicazione, per Luxoro ha fatto un’eccezione, ospitando per la prima volta prodotti diversi dai campionari di carta e cartoncino.

«Abbiamo voluto creare in quella che mi piace definire una “biblioteca specializzata del bello” uno spazio nostro, dove tutti potessero osservare e toccare con mano la bellezza delle etichette, dei packaging e degli stampati realizzati con i foil del gruppo Kurz, di cui siamo i distributori esclusivi in Italia» ha precisato Jana Kokrhanek, AD di Luxoro durante l’affollato “vernissage”.

In mostra, dunque, il meglio della nobilitazione grafica, con il preciso obiettivo di condividere l’esperienza che nasce da un mix equilibrato di stile, innovazione e tecnologia «che – come ha sottolineato Kokrhanek – non è necessariamente appannaggio di un prodotto di lusso, ma interpreta un ideale di bellezza ormai entrato nell’immaginario collettivo: in fondo, noi di Luxoro ci sentiamo “comunicatori di bellezza per il mondo della stampa” e, in questo, siamo davvero fortunati. Quello che ci  piace fare, è esplorare nuove vie per far conoscere al mercato le infinite potenzialità della nostra offerta, mettendo in campo un servizio di consulenza ad ampio spettro sulla scelta dei materiali fino agli effetti nobilitanti più adeguati per un certo prodotto. E questo senza arroganza, ma con l’obiettivo di incuriosire e stimolare i potenziali utilizzatori».

LO SPAZIO LUXORO PRESSO PAPER&PEOPLE

L’Urban style e un visual destrutturato fanno risaltare la selezione dei lavori nobilitati più pregiati (packaging, etichette, copertine, inserti). Non mancano anche i cliché di Hinderer+Mühlich, vere opere d’arte in ottone, capaci di accendere il carattere della carta con rilievi, incisioni, micro e nano incisioni, sia quando sono utilizzati per applicazioni a secco sia quando valorizzano i foil applicati con stampa a caldo.

 

Rifiuti Speciali

Due studenti di design dello Iuav/Repubblica di San Marino hanno sviluppato un progetto che ridefinisce l’estetica dei rifiuti e riporta l’attenzione sugli sprechi del vita quotidiana: quattro cestini molto speciali, divertenti e colorati realizzati con i materiali di scarto di tutti i giorni.

Ogni italiano produce circa 590 kg di rifiuti l’anno. Un numero a tre cifre che fa immediatamente riflettere e domandare se una produzione così imponente di scarti è davvero necessaria. Quanti di questi chili di spazzatura sono veramente senza nessun futuro?

Tchaikovsky & Co. è un progetto ideato da Caterina Vrabec e Lorenzo Scodeller per dare una riposta a questa domanda e offrire ad alcuni scarti un nuovo punto di partenza.

Ispirato al celebre compositore de Lo Schiaccianoci, da cui appunto prende il nome, il progetto all’inizio si è soffermato sulla possibilità di usare i gusci di noce, opportunamente conglomerati con collanti naturali, come materiale altamente funzionale ed espressivo per realizzare un cestino gettarifiuti di basso impatto ambientale, compostabile al 100% e perfettamente in linea con i principi del life cycle design.

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Successivamente, questa sperimentazione ha condotto gli studenti ad ampliare la gamma dei possibili materiali da utilizzare e i cestini sono così diventati quattro: alla plastica (composto da decine di tappi di bottiglie), alla carta (fatto di riviste) e all’alluminio (tante lattine schiacciate).

Il risultato? Una serie di oggetti iconici che intendono dare nuove qualità semantiche al concetto di “rifiuti” e che conferiscono ai modesti scarti domestici una dignità quasi artistica.

Come il grande César insegna!
(Ndr:  César è un artista  francese, famoso per le sue “compressioni” fatte con scarti e rifiuti)

Nasce la Carta etica del Packaging

Edizioni Dativo, Politecnico di Milano – Dipartimento di Design della comunicazione, e Istituto Italiano Imballaggio hanno presentato il 22 maggio, nel corso della fiera Ipack-Ima, la “Carta etica del Packaging – Principi condivisi per progettare, produrre, utilizzare gli imballaggi in modo consapevole”.

Il progetto è
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Riuscite a immaginare un mondo senza imballaggio? Acqua senza bottiglia, patatine senza sacchetto, pelati senza lattina, pasta senza scatola, affettati senza vaschetta, medicine senza blister… e magari anche profumi senza astucci meravigliosi che si dischiudono su flaconi di cristallo… O ancora, un prodotto senza data di scadenza?

Siamo talmente legati alle nostre abitudini di acquisto che non ce ne accorgiamo nemmeno.

Eppure il packaging è protagonista e specchio della nostre scelte di vita e di consumo, strumento insostituibile per rendere disponibili nel tempo e nello spazio i prodotti di cui abbiamo bisogno per vivere in modo confortevole la quotidianità.

Le “narrazioni contrarie”, in questi ultimi anni, ne hanno messo in luce in particolare le criticità (come scomodo e ingombrante oggetto da smaltire, per esempio), mettendone in ombra le caratteristiche che lo rendono custode della nostra salute e della sicurezza.

Pur essendo la risultante di un processo complesso, che vede coinvolti numerosi soggetti, l’imballaggio non dispone ancora di una “piattaforma” comune, che raccordi punti di vista, esigenze, obiettivi.

Non è quindi più possibile sottrarsi a un ripensamento generale, per far evolvere il packaging nel rispetto dei bisogni del consumatore, dell’utilizzatore, dell’ambiente, della società.

La “Carta etica del Packaging” nasce proprio da queste considerazioni e si propone di promuovere una corretta cultura dell’imballaggio, dando testimonianza di attenzione e rispetto da parte dell’industria ai diritti dei cittadini/consumatori.

La “Carta etica del Packaging” è una dichiarazione di principi, una forma di richiamo all’impegno collettivo, per rilanciare l’imballaggio secondo una visione che lo proietta in una prospettiva futura.

È un decalogo scritto per aprire un confronto fra tutti gli attori della filiera produttiva e distributiva e i cittadini/consumatori.

Un progetto a cui tutti sono chiamati a partecipare nel tempo, tramite il sito www.cartaeticadelpackaging.org e l’account www.facebook.com/cartaeticadelpackaging

Il packaging siamo noi… progettisti, produttori, utilizzatori, distributori, comunicatori, acquirenti… e sarà migliore se insieme sapremo condividere un progetto che abbia come valore portante il rispetto delle persone.

Partecipa anche tu, diventa un sostenitore. Clicca qui

A Ipack-Ima per scoprire la Carta etica del Packaging

La Carta etica del Packaging sarà resa pubblica a Ipack-Ima 2015 (19-23 maggio, Fieramilano), al Padiglione 14 – Stand I 35.

In fiera sarà tra l’altro disponibile il documento in italiano e inglese, sotto forma di poster, e contemporaneamente sarà pubblicato on line.

Da ricordare che il 22 maggio 2015, alle ore 11 nella Sala Progettare il Futuro (Padiglione 14) si svolgerà un incontro di presentazione e di dibattito tra esperti del settore e rappresentanti del mondo dei consumatori.

INVITO_Carta-etica-del-Packaging piccoloLa Carta etica del Packaging, promossa da Edizioni Dativo (ItaliaImballaggio magazine), è stata redatta dal Dipartimento di Design, Politecnico di Milano (Responsabili scientifici: proff. Giovanni Baule, Valeria Bucchetti) ed è patrocinata dall’Istituto Italiano Imballaggio.

A Ipack-Ima per scoprire la Carta etica del Packaging: il programma dell’incontro del 22 maggio.

Clicca per ingrandire l’immagine…

 

 

 

 

Che cos’è la Carta etica del Packaging

Principi condivisi per progettare, produrre, utilizzare gli imballaggi in modo consapevole.

Il progetto Carta etica del Packaging ha come obiettivo di promuovere una corretta “cultura del packaging”, ma anche dare testimonianza di attenzione da parte del mondo del packaging alle esigenze dei consumer (cittadini consapevoli, richiamati dai valori espressi dalla catena della merce).

CHE COS’È LA CARTA ETICA DEL PACKAGING

  • Pannello Carta etica del PackagingUno strumento di riflessione e di impegno per un intero comparto.
  • Un documento di principi da condividere, nell’ottica del “consumatore”.
  • Una forma di contratto ideale tra gli attori del sistema.

Il packaging, nel suo essere oggetto essenziale e contraddittorio, sta vivendo ora una fase di piena maturità che, come tale, richiede di aprire un percorso di riflessione condiviso.

Se da un lato le “narrazioni contrarie” in questi ultimi anni ne hanno messo in luce in particolare le criticità, dall’altro non è possibile sottrarsi ad un ripensamento generale per far evolvere il packaging nel rispetto dei bisogni del consumatore, dell’utilizzatore, dell’ambiente, della società.

Pur essendo la risultante di un processo che vede coinvolti numerosi soggetti, l’imballaggio non dispone di una “piattaforma” comune che raccordi punti di vista, esigenze, obiettivi.

La Carta etica del Packaging vuole rappresentare pertanto un momento concreto di condivisione di principi, per mettere in connessione tutti gli attori del sistema, al centro del quale è posto l’utente, per arrivare a tutti indistintamente, per promuovere una nuova cultura dell’imballaggio.

La CARTA vuole essere quindi uno strumento di riflessione e di impegno, attorno al quale convergere.

Un documento di principi da condividere per accompagnare il packaging in questo passaggio e per promuovere un futuro più consapevole; un documento facilmente fruibile, espresso attraverso un linguaggio diretto in grado di arrivare “a tutti”.

La prospettiva adottata è quella del “consumatore” che sappiamo essere un utilizzatore del packaging-strumento, un fruitore delle informazioni che esso propone, un utente del servizio erogato dall’artefatto, un interprete del packaging come oggetto culturale.

È da questa prospettiva che si sviluppa l’esigenza di una forma di contratto ideale tra gli attori del sistema che, attraverso la sottoscrizione del documento, si impegnano a condividere principi verso cui tendere, rendendo pubblica la scelta senza sovrapporsi alla normativa, né assumere forma cogente.

La Carta etica del Packaging è promossa da Edizioni Dativo, con la collaborazione del Politecnico di Milano – Dipartimento di Design, ed è patrocinata dall’Istituto Italiano Imballaggio.
La Carta etica del Packaging sarà resa pubblica a Ipack-Ima 2015 (19-23 maggio, Fieramilano), al Padiglione 14 – Stand I 35.

In fiera sarà tra l’altro disponibile il documento in italiano e inglese, sotto forma di poster, e contemporaneamente sarà pubblicato on line.

Da ricordare che il 22 maggio 2015, alle ore 11 nella Sala Progettare il Futuro (Padiglione 14) si svolgerà un incontro di presentazione e di dibattito tra esperti del settore e rappresentanti del mondo dei consumatori.

A Ipack-Ima per scoprire la Carta etica del Packaging: il programma dell’incontro del 22 maggio.

 

Arjowiggins Creative Papers bene, anzi meglio

Nel 2014  Arjowwiggins ha lanciato prodotti importanti. Ricordiamo, A+S61, una raccolta di 61 campioni di carte al top di gamma: i più fashion, amati e cool oggi disponibili nell’ampio portafoglio del gruppo francese. Ma anche il prezioso Conqueror Book, che racconta una storia lunga ben 125 anni, e i  due nuovi swatch book di Curious Matter e Rives Sensation Matt. Molte le sorprese anche per l’anno in corso, tra cui la Pop Up Exhibitions di Milano che si svolgerà dal 19 al 21 marzo presso la Galvanotecnica Bugatti.

Il Gruppo cartario francese, per quanto riguarda l’area Southern Europe, chiude il 2014 con risultati molto positivi sia nel mondo delle applicazioni grafiche che del luxury packaging.
«Quello appena concluso è stato un anno di entusiasmo, novità e risultati inaspettati» ha dichiarato in un recente incontro Simone Medici, amministratore delegato di Arjowiggins Italia nonché direttore sales & marketing della divisione Creative Papers per l’area Sud Europa e Turchia. «L’Italia, indubbiamente, ha sofferto più degli altri paesi dell’area, sebbene nella seconda parte dell’anno abbia saputo esprimere un’inversione di tendenza e una crescita più equilibrata».

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Il packaging secondo Nendo

Il packaging giapponese non è mai un imballaggio “trascurato”. È sempre esteticamente ineccepibile, concettualmente innovativo, tecnicamente corretto, graficamente elegante. Come dire, possiede un’anima, oltre che un involucro. Il pluri acclamato designer Nendo ne ha realizzati alcuni molto interessanti.

giftote_bag_akihiro_yoshida_ok_WEB2Giftote-bag
Bastano tre mosse e un semplice pacchettino di stoffa si trasforma in borsa. 
È Giftote-bag, una bella confezione regalo pensata per godere di una seconda vita; una borsina in tela, proposta in tre diverse misure e fornita di un lungo e resistente nastro colorato (sei le tinte disponibili), da ricostruire – una volta spacchettato il dono – facendo passare il nastro in appositi occhielli in modo da formare maniglie regolabili e, quindi, da riutilizzare come shopper per la spesa. La Giftote-bag è un imballaggio vero e proprio, realizzato cercando di mantenere i costi di produzione più bassi possibile, riducendo al minimo le fasi di lavorazione e le parti cucite.
È un progetto, confida Nendo, che contempla la felicità momentanea di quando si riceve un dono inaspettato ma anche la gioia di un ricordo che prosegue nella vita di tutti i giorni.

TSUYA_skin_gamma_hiroshi_iwasaki_WEBTSUYA skin

La linea di prodotti skincare TSUYA skin del marchio giapponese Shu Uemura ha una prerogativa: garantire alle donne una pelle trasparente, liscia come porcellana e luminosa come diamante, un concetto che il packaging avrebbe dovuto rappresentare ed esaltare degnamente.
Così il designer giapponese Nendo ha creato flaconi, vasi e tubetti dalla forma elegante e morbidamente ondulata, di una luminosità bianca perlescente. Piccole e sinuose sculture cosmetiche che vogliono esprimere la bellezza interiore ma anche la tensione verso la perfezione.

1_WEEK_SALAD_verticale_web1 WEEK SALAD

Fortemente innovativo è il progetto 1 week salad, sistema di imballaggio ideato da Nendo per l’omonimo marchio di insalate biologiche.
1 week salad è una giovane azienda creata da Toshiba, dopo la riconversione industriale di una ex fabbrica di semiconduttori. Fulcro dell’operazione è stato il  riutilizzo della “clean room” (la stanza asettica dove venivano prodotti i semiconduttori) per coltivare e confezionare insalate biologiche.
Grazie alla luce fluorescente a onda lunga, al sistema di climatizzazione controllato e a un sofisticato impianto di sorveglianza a infrarossi che tiene monitorata in ogni istante la crescita delle verdure, nonché un particolare sistema di sterilizzazione degli imballaggi, Toshiba è riuscita a garantire la produzione annuale di un’insalata che si conserva in frigorifero per una settimana circa, proprio per il fatto di non essere mai entrata in contatto con insetti o batteri.

Per mostrare la freschezza naturale del prodotto, il designer ha scelto contenitori di plastica trasparente, come quelli utilizzati per smoothie e frullati.
Per indicare la data entro la quale consumare il prodotto, ha poi progettato la sagoma colorata di un grande numero, posto scenograficamente all’interno di una cupola trasparente, come fosse un pop-up. L’insalata è proposta ogni giorno con un condimento diverso e (alla stregua dei Baci Perugina nostrani o dei biscotti della fortuna) con un piccolo pensiero quotidiano su cui riflettere, nascosto all’interno del cartoncino che riporta la data.

Per informazioni ulteriori: http://www.nendo.jp
Photos by Akihiro Yoshida

Ritorno alle origini

Perché non riscoprire il piacere di tenere fra le mani una saponetta profumata? La solidità di un oggetto che si scioglie pian piano tra le nostre dita, che possiamo stendere sulla pelle, come una carezza, che ci seduce con un packaging minimale ed effimero, ma molto elegante.

London Fields Soap Company è un’azienda dell’East London con l’ambizione di rilanciare, in epoca di detergenti innovativi, liquidi e cremosi, il classico sapone in barra di una volta. 
Per farlo si è affidata a One Darnley Road, giovane agenzia di creativi che ha lavorato su un’identità di marchio coerente con prodotti fatti a mano e sostenibili, artigianali e biologici ma che anche, per meglio rappresentare “l’estetica del pulito”, dovevano essere necessariamente belli.

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Tutti i prodotti di London Fields Soap Company sono realizzati in piccoli lotti, a chilometro zero, ad Hackney, East London. Gli ingredienti principali includono il tè e la menta piperita (ingredienti talmente buoni da essere commestibili, come sostiene la titolare dell’azienda, Tabitha Kleinert!).

Per il nuovo marchio, che doveva coniugare artigianalità e sensibilità moderna, ci si è ispirati alle tipiche atmosfere Art-Deco, alle sue grafiche (specialmente quelle dei tessuti) e ai suoi caratteri tipografici, resi però più contemporanei.

London_soap_01_WEBAnche per il packaging l’ispirazione è stata un esplicito riferimento alla tradizione locale: l’East End di Londra, infatti, vanta una lunga tradizione nel design e nella fabbricazione tessile. Basti citare, una tra tutti, la storica manifattura di seta e velluti Warner & Sons, che per oltre duecento anni ha prodotto meravigliose stoffe per la regina e i nobili di tutto il Regno Unito.

God save the soap.

L’azzurro che vince

Dopo mondiali di calcio così disastrosi, c’è proprio bisogno di consolarsi, per esempio con un buon piatto di pasta. Voiello si veste di nuovo e conquista premi e palati.

Voiello, uno dei marchi italiani più antichi e famosi, ha sempre offerto un’ampia selezione di formati di pasta preparati con i migliori grani e seguendo le regole della tradizione. Ultimamente, però, l’immagine faticava a rendere merito alla premiumness dei prodotti, rendendo dunque necessario un progetto di rebranding per ribadire la leadership del marchio nel segmento alto del mercato.

L’incarico è stato assegnato alla società di consulenza FutureBrand, che, lavorando soprattutto sulla grafica, sul logo, il colore e la forma della finestra, ha rivisto il packaging system di tutta la gamma Voiello. 
Il nuovo packaging fa parte di un più ampio piano di comunicazione, che, utilizzando piattaforme diverse, è stato studiato per diffondere al meglio tutti i valori della marca.
Spaghetti_FRONTE_web«Lavorare su un brand che risale al 1879, ci ha dato l’opportunità di esplorare i codici visivi dell’epoca e di studiare le confezioni originali di Voiello» spiega Chiara Pomati, Creative Director di FutureBrand.«Proprio da quei codici visivi, così ricchi di personalità, abbiamo tratto l’ispirazione per il nostro lavoro creativo».

Il risultato è un design semplice e tuttavia raffinato, che attinge alla storia di Voiello e la trasforma in sinonimo di qualità, giocando sia su elementi del passato che elementi contemporanei. Voiello parla tramite i suoi pack e racconta la propria pasta con frasi immediate e dirette che esaltano i plus del prodotto, rassicurando il consumatore e ribadendo il proprio saper fare. Il progetto Voiello ha vinto il primo premio nella categoria “Brand Identity” agli NC Awards assegnati lo scorso maggio.
Pulcinella ringrazia e noi pure.