Il packaging secondo Nendo

Il packaging giapponese non è mai un imballaggio “trascurato”. È sempre esteticamente ineccepibile, concettualmente innovativo, tecnicamente corretto, graficamente elegante. Come dire, possiede un’anima, oltre che un involucro. Il pluri acclamato designer Nendo ne ha realizzati alcuni molto interessanti.

giftote_bag_akihiro_yoshida_ok_WEB2Giftote-bag
Bastano tre mosse e un semplice pacchettino di stoffa si trasforma in borsa. 
È Giftote-bag, una bella confezione regalo pensata per godere di una seconda vita; una borsina in tela, proposta in tre diverse misure e fornita di un lungo e resistente nastro colorato (sei le tinte disponibili), da ricostruire – una volta spacchettato il dono – facendo passare il nastro in appositi occhielli in modo da formare maniglie regolabili e, quindi, da riutilizzare come shopper per la spesa. La Giftote-bag è un imballaggio vero e proprio, realizzato cercando di mantenere i costi di produzione più bassi possibile, riducendo al minimo le fasi di lavorazione e le parti cucite.
È un progetto, confida Nendo, che contempla la felicità momentanea di quando si riceve un dono inaspettato ma anche la gioia di un ricordo che prosegue nella vita di tutti i giorni.

TSUYA_skin_gamma_hiroshi_iwasaki_WEBTSUYA skin

La linea di prodotti skincare TSUYA skin del marchio giapponese Shu Uemura ha una prerogativa: garantire alle donne una pelle trasparente, liscia come porcellana e luminosa come diamante, un concetto che il packaging avrebbe dovuto rappresentare ed esaltare degnamente.
Così il designer giapponese Nendo ha creato flaconi, vasi e tubetti dalla forma elegante e morbidamente ondulata, di una luminosità bianca perlescente. Piccole e sinuose sculture cosmetiche che vogliono esprimere la bellezza interiore ma anche la tensione verso la perfezione.

1_WEEK_SALAD_verticale_web1 WEEK SALAD

Fortemente innovativo è il progetto 1 week salad, sistema di imballaggio ideato da Nendo per l’omonimo marchio di insalate biologiche.
1 week salad è una giovane azienda creata da Toshiba, dopo la riconversione industriale di una ex fabbrica di semiconduttori. Fulcro dell’operazione è stato il  riutilizzo della “clean room” (la stanza asettica dove venivano prodotti i semiconduttori) per coltivare e confezionare insalate biologiche.
Grazie alla luce fluorescente a onda lunga, al sistema di climatizzazione controllato e a un sofisticato impianto di sorveglianza a infrarossi che tiene monitorata in ogni istante la crescita delle verdure, nonché un particolare sistema di sterilizzazione degli imballaggi, Toshiba è riuscita a garantire la produzione annuale di un’insalata che si conserva in frigorifero per una settimana circa, proprio per il fatto di non essere mai entrata in contatto con insetti o batteri.

Per mostrare la freschezza naturale del prodotto, il designer ha scelto contenitori di plastica trasparente, come quelli utilizzati per smoothie e frullati.
Per indicare la data entro la quale consumare il prodotto, ha poi progettato la sagoma colorata di un grande numero, posto scenograficamente all’interno di una cupola trasparente, come fosse un pop-up. L’insalata è proposta ogni giorno con un condimento diverso e (alla stregua dei Baci Perugina nostrani o dei biscotti della fortuna) con un piccolo pensiero quotidiano su cui riflettere, nascosto all’interno del cartoncino che riporta la data.

Per informazioni ulteriori: http://www.nendo.jp
Photos by Akihiro Yoshida

Ritorno alle origini

Perché non riscoprire il piacere di tenere fra le mani una saponetta profumata? La solidità di un oggetto che si scioglie pian piano tra le nostre dita, che possiamo stendere sulla pelle, come una carezza, che ci seduce con un packaging minimale ed effimero, ma molto elegante.

London Fields Soap Company è un’azienda dell’East London con l’ambizione di rilanciare, in epoca di detergenti innovativi, liquidi e cremosi, il classico sapone in barra di una volta. 
Per farlo si è affidata a One Darnley Road, giovane agenzia di creativi che ha lavorato su un’identità di marchio coerente con prodotti fatti a mano e sostenibili, artigianali e biologici ma che anche, per meglio rappresentare “l’estetica del pulito”, dovevano essere necessariamente belli.

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Tutti i prodotti di London Fields Soap Company sono realizzati in piccoli lotti, a chilometro zero, ad Hackney, East London. Gli ingredienti principali includono il tè e la menta piperita (ingredienti talmente buoni da essere commestibili, come sostiene la titolare dell’azienda, Tabitha Kleinert!).

Per il nuovo marchio, che doveva coniugare artigianalità e sensibilità moderna, ci si è ispirati alle tipiche atmosfere Art-Deco, alle sue grafiche (specialmente quelle dei tessuti) e ai suoi caratteri tipografici, resi però più contemporanei.

London_soap_01_WEBAnche per il packaging l’ispirazione è stata un esplicito riferimento alla tradizione locale: l’East End di Londra, infatti, vanta una lunga tradizione nel design e nella fabbricazione tessile. Basti citare, una tra tutti, la storica manifattura di seta e velluti Warner & Sons, che per oltre duecento anni ha prodotto meravigliose stoffe per la regina e i nobili di tutto il Regno Unito.

God save the soap.

“Mal d’Africa”

Cristina Simen ed Emanuela Sauve sono due decoratrici d’interni che dopo vari viaggi in Africa, contagiate da tanta bellezza, hanno voluto condividere la loro passione proponendo una collezione di oggetti e accessori decorati con motivi africani. Tra gli altri, anche flaconi, bottiglie, tetrabrick, confezioni varie che, anziché finire nella spazzatura… 
Una contaminazione che ci piace molto.

Cristina e Emanuela, vivono e lavorano tra Roma e Milano; la loro formazione professionale è quella tradizionale (finti marmi, finti legni, trompe l’oeil e tutto quello che riguarda la decorazione classica) appresa presso il prestigioso Institut Supérieur de Peinture Van der Kelen a Bruxelles.

Lì si sono conosciute e da una decina di anni collaborano in totale sintonia sviluppando idee e progetti e osando sperimentare anche su territori meno ortodossi.
 Come loro stesse ammettono l’ispirazione può nascere in qualunque momento e da qualunque contesto… una parete sbrecciata, un taglio di luce, un ferro arrugginito oppure, come in questo caso, da un viaggio, per esempio in Africa.

I colori, i disegni, le stoffe WAX – stampate con una speciale tecnica a cera – il fantasioso modo di riciclare oggetti poveri e destinati a esser buttati via, ha messo subito in moto il processo creativo che le ha spinte a ideare la collezione chiamata, appunto, AFRICA.
Subito sono stati dipinti set per la tavola, sottopiatti, sottobicchieri e centrotavola decorati come le stoffe africane che le avevano tanto affascinate; e poi tavolini/vassoi, piatti, borsette in legno leggero.

suavesimen_3_rossi_WEBInfine, la serie dei vasi ricavati da imballaggi di vario tipo: contenitori di plastica per detersivi o cartoni del latte, scelti con attenzione e poi decorati e verniciati.
Un nuovo vestito, semplice eppure di grande impatto, per impreziosire e dare una seconda vita a quello che solitamente buttiamo con troppa fretta nella spazzatura.

La prossima volta, pensateci bene, l’abito fa il monaco. Anche per il packaging.

L’azzurro che vince

Dopo mondiali di calcio così disastrosi, c’è proprio bisogno di consolarsi, per esempio con un buon piatto di pasta. Voiello si veste di nuovo e conquista premi e palati.

Voiello, uno dei marchi italiani più antichi e famosi, ha sempre offerto un’ampia selezione di formati di pasta preparati con i migliori grani e seguendo le regole della tradizione. Ultimamente, però, l’immagine faticava a rendere merito alla premiumness dei prodotti, rendendo dunque necessario un progetto di rebranding per ribadire la leadership del marchio nel segmento alto del mercato.

L’incarico è stato assegnato alla società di consulenza FutureBrand, che, lavorando soprattutto sulla grafica, sul logo, il colore e la forma della finestra, ha rivisto il packaging system di tutta la gamma Voiello. 
Il nuovo packaging fa parte di un più ampio piano di comunicazione, che, utilizzando piattaforme diverse, è stato studiato per diffondere al meglio tutti i valori della marca.
Spaghetti_FRONTE_web«Lavorare su un brand che risale al 1879, ci ha dato l’opportunità di esplorare i codici visivi dell’epoca e di studiare le confezioni originali di Voiello» spiega Chiara Pomati, Creative Director di FutureBrand.«Proprio da quei codici visivi, così ricchi di personalità, abbiamo tratto l’ispirazione per il nostro lavoro creativo».

Il risultato è un design semplice e tuttavia raffinato, che attinge alla storia di Voiello e la trasforma in sinonimo di qualità, giocando sia su elementi del passato che elementi contemporanei. Voiello parla tramite i suoi pack e racconta la propria pasta con frasi immediate e dirette che esaltano i plus del prodotto, rassicurando il consumatore e ribadendo il proprio saper fare. Il progetto Voiello ha vinto il primo premio nella categoria “Brand Identity” agli NC Awards assegnati lo scorso maggio.
Pulcinella ringrazia e noi pure.

Un bel gioco dura molto (e anche la scatola)

La famiglia Quercetti, “del giocare” ha fatto prima una passione, poi una professione e adesso un’eccellenza. Tutto ha inizio nel 1947, con un cavallino a motore che, galoppando, galoppando, galoppando….

Alessandro Quercetti inizia la sua esperienza di progettista e costruttore di giocattoli presso la Inco Giochi, una piccola realtà torinese. 
La sua prima realizzazione, Galoppa, un cavallino con cavaliere che galoppa veramente, ha un tale successo da consentire di trasformare la sua passione in un’azienda, la Quercetti, che diventerà presto uno dei nomi più famosi dell’industria italiana del giocattolo.

Nel 1953 Alessandro realizza e brevetta in Italia il prodotto più rappresentativo del marchio, la riedizione di un antico giocattolo francese, i famosi “chiodini”.
Questo semplice gioco, ottimizzato negli aspetti costruttivi e in quelli estetici, diventerà presto un successo planetario, un vero e proprio fenomeno di costume per diffusione e capillarità, un classico ineguagliabile che, ancora oggi diverte i bambini di tutto il mondo.

Quercetti_POLI_internoMolti altri sono stati i successi di Quercetti, che nell’ideazione e nella progettazione di un giocattolo, ha sempre scelto di dare assoluta priorità all’utente finale, il bambino.
Il gioco, infatti, non è visto solo come un passatempo, ma come formidabile strumento per crescere, costruire una mentalità aperta ed elastica, prendere decisioni; è un oggetto di così alto potenziale formativo da richiedere sempre grandissima attenzione e studio.

Naturalmente, nella filosofia di quest’azienda anche il packaging ricopre un ruolo fondamentale.

Già dallo scorso anno, per tutte le nuove referenze, Quercetti ha infatti innovato le confezioni, dentro e fuori.
La parte interna delle scatole è realizzata in cartoncino riciclato e le confezioni sono state pensate per essere funzionali ma con il minimo ingombro, i pezzi sono assemblati in modo logico e coerente in uno spazio compatto e il depliant descrittivo (il classico libretto delle istruzioni) è stato sostituito con una “guida all’utilizzo” in forma di poster, realizzato in una carta speciale resistente all’acqua.

È cambiata anche la veste grafica ed è stato adottato il bianco come colore di base di tutte le confezioni, per rendere più evidenti e visibili il nome e le caratteristiche del prodotto.
Ogni linea, inoltre, è caratterizzata da una fascia colorata con il tricolore e la scritta “Made in Italy” per evidenziare l’orgoglio di essere una delle pochissime aziende produttrici di giocattoli ancora in grado di realizzare tutto nel Bel Paese.

Nuova immagine per Cosmoprof 2015

Cosmoprof Worldwide Bologna presenta la nuova campagna pubblicitaria, che annuncia la 48.a edizione di Cosmoprof, che si svolgerà dal 20 al 23 marzo 2015 presso Bologna Fiere.

Il tema è l’internazionalità di Cosmoprof, rappresentata da una donna avvolta dai colori delle bandiere di tutto il mondo.

Inaugurandosi alla vigilia di Expo 2015, Cosmoprof Worldwide Bologna ha voluto rendere omaggio ai 134 Paesi presenti quest’anno, 134 modi di interpretare la Bellezza, che fanno di questo format una eccezionale vetrina globale nel mondo della Cosmesi.

L’eleganza del packaging

La classica busta della spesa, reinterpretata dalle sapienti mani della designero landese Ilvy Jacobs, assume le forme raffinate ed eleganti di un leggero origami e da imballaggio umile ed effimero, diventa un accessorio chic ed originale. Per andare al supermercato con tacco dodici.

Ilvy Jacobs è laureata in Product Design ma la sua specialità è creare borse che si ispirano al mondo degli imballaggi e che dagli imballaggi mutuano qualità, materiali o funzioni.

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Nei lavori di Ilvy sono molto importanti gli aspetti concettuali e di ricerca, come nella serie “Cordbag” dove riprende il lavoro di “impacchettamento del mondo” dell’artista Christo e per il quale utilizza sacchi di Tyvek, un materiale il cui aspetto è simile alla carta e con cui riesce ad enfatizzare l’estetica dell’oggetto.

Ma anche il tema della sostenibilità è sempre presente; è il caso, per esempio, delle borse per il tempo libero “Sport crunchbags”, realizzate con un materiale particolare, cartone accoppiato a tessuto che, come una eco-pelle sofisticata, ridisegna la silhouette di queste particolari sacche da sport.

Per tornare alla borsa origami, l’elegante Foldbag costa 25 euro e si può ordinare sul sito specializzato in prodotti di carta bl-ij.nl. oppure si può richiedere direttamente all’autrice. Magari con il suo autografo come marchio.

Non di solo pane vive l’uomo

Sarà una provocazione o è solo un divertissement? Quale sottile filo logico lega un barattolo di caffè al marchio Cartier o un sacchetto di farina a Prada?

La mostra Wheat is Wheat is Wheat, attualmente al Museum of Craft and Design di San Francisco, cerca di indagare il ruolo del designer e quello del consumatore nell’epoca della compulsione “firmata” di massa.

Non si può dire che non suscitino curiosità le belle immagini dei packaging di cibi prosaici come salame, yogurt, caffè, latte, uova etc., abbigliati (è il caso di dirlo) con i marchi più amati dai modaioli di ogni dove – Prada, Gucci, Nike, Apple, Tiffany, LV – solo per citarne alcuni.

peddy_mergui_luxury_brand_food_350_webSono imballaggi di lusso, riconoscibili per grafica, colori, dettagli, ricostruiti ad hoc dall’artista e designer israeliano Peddy Mergui su prodotti convenzionali di largo consumo, e proprio per questo con il potere (il potere della marca!) di far sembrare più buono un salame, più raffinata la farina, più profumato il caffè.

Ma, oltre alla curiosità, cosa resta?

Come suggerisce lo stesso artista nel suo sito, Wheat is Wheat is Wheat lascerà con più domande che risposte.

 

 

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Il teschio di cristallo

Ispirandosi alla leggenda dei teschi di cristallo, l’attore Dan Aykroyd (ex Blues Brothers) e l’artista John Alexander hanno ideato la bottiglia di Crystal Head Vodka con il preciso intento di vestire con un packaging eccezionale una delle vodka più pure al mondo.

La vodka Crystal Head è famosa per gli ingredienti selezionati e di altissima qualità, senza nessun additivo è distillata quattro volte e filtrata sette. Negli ultimi tre passaggi viene purificata attraverso cristalli di quarzo di 500 milioni di anni, i rinomati “diamanti Herkimer”, ritrovati solo in pochissimi posti al mondo.
Questi cristalli di quarzo sono i più preziosi, limpidi e potenti di tutti quelli conosciuti; sembra che abbiano la capacità di irradiare e assorbire energia e che consentano di raggiungere elevate vibrazioni spirituali; a essi si attribuiscono potenti proprietà metafisiche e si dice che siano d’aiuto nei viaggi astrali perché collegano il piano cosmico con quello fisico.

Proprio di questo particolare tipo di cristallo di quarzo sono composti anche i misteriosi tredici teschi di cristallo di una popolare leggenda Maya, smentita ormai dal punto di vista scientifico, ma ancora molto coinvolgente e affascinante, da essere un fantastico spunto per fare dell’ottimo marketing.

Ed è proprio ispirandosi a questo mito che Aykroyd e Alexander hanno ideato una bottiglia di vetro a forma di teschio già diventata cult. Il prototipo è stato realizzato dalla vetreria milanese Bruni e l’intero processo di design è durato più di due anni e ha dovuto superare grandissime complessità, ma, a quanto pare, ne è valsa la pena.

crystal_50_rolling_webDopo aver conseguito un enorme successo commerciale, il “teschio di cristallo” è, infatti, stato scelto dai mitici Rolling Stones come vodka ufficiale per i festeggiamenti del loro 50° anno sul palcoscenico.
Crystal Head Vodka e Universal Music hanno dunque ideato un cofanetto in edizione limitata che si presenta come una teca con cerniera che riprende la copertina del leggendario album del 1971 Sticky Fingers. Al suo interno sono custoditi l’inconfondibile bottiglia-teschio, un tappo-gioiello con inciso il celebre logo dei Rolling Stones e due compilation di brani live registrati in esclusiva per questa particolare edizione.

Nel 2013 Crystal Head Vodka è stata premiata con la Medaglia d’oro al Salone Prodexpo di Mosca, battendo persino le migliori vodka russe.
Il teschio di cristallo sta decisamente portando fortuna.